Nel mondo degli affari, il ruolo del commercialista e del CFO (Chief Financial Officer) svolgono funzioni fondamentali ma molto diverse all’interno di un’organizzazione. Molti potrebbero presumere che i due termini siano sinonimi, tuttavia, vi sono notevoli differenze tra le competenze e le responsabilità di queste figure. Questo articolo mira a delineare in modo dettagliato le distinzioni che esistono tra un commercialista e un CFO.
Il commercialista, per definizione, è un esperto contabile che si occupa principalmente della tenuta dei libri contabili, della preparazione di bilanci e della presentazione di dichiarazioni fiscali. Questa figura è fondamentale per le imprese poiché offre consulenza professionale in materia di imposte e regolamenti finanziari.
Ha compiti e responsabilità ben definiti:
– Assicurarsi che i bilanci siano compilati in conformità con le normative contabili nazionali e internazionali
– Gestire le comunicazioni con le autorità fiscali e garantire il rispetto delle norme e dei regolamenti fiscali
– Fornire consulenza sulla pianificazione fiscale e sugli investimenti
– Elaborare dichiarazioni dei redditi per l’azienda e i suoi dipendenti
– Offrire assistenza nella gestione di questioni finanziarie quotidiane.
Per svolgere tale professione, il commercialista deve possedere specifiche competenze:
– Conoscenza approfondita delle norme contabili nazionali e internazionali
– Abilità analitiche per valutare le informazioni finanziarie
– Capacità di interpretare regolamenti fiscali complessi
– Capacità di risolvere problemi finanziari
– Eccellenti competenze comunicative per interagire con il personale aziendale e le autorità fiscali.
Il CFO (Chief Financial Officer), per definizione, è il dirigente finanziario di un’azienda e ha la responsabilità di supervisionare l’intera gestione finanziaria dell’organizzazione. Questa figura svolge un ruolo chiave nella pianificazione, nell’analisi e nel controllo dei flussi di cassa aziendali.
Ha compiti e responsabilità ben definiti:
– Supervisionare e gestire l’intero dipartimento finanziario dell’azienda
– Analizzare e interpretare i dati finanziari per prendere decisioni strategiche
– Pianificare e gestire il budget aziendale
– Redigere report finanziari per la direzione e gli stakeholder
– Monitorare e gestire i rischi finanziari.
Per svolgere tale professione, il CFO deve possedere specifiche competenze:
– Ampia conoscenza dei principi contabili e finanziari
– Capacità di analisi finanziaria avanzata
– Ottima capacità di pianificazione e gestione del budget
– Capacità di prendere decisioni basate sui dati finanziari
– Abilità di leadership per gestire il dipartimento finanziario.
Alcuni CFO, a completezza di servizio, sono strutturati anche per offrire ai propri clienti consulenza bancaria e finanziaria in ambito impieghi e progettazione di fondi pubblici e contributi a fondo perduto. Chiaramente, per espletare l’attività consulenziale in ambito bancario/finanziario è necessaria l’iscrizione presso l’Organismo Agenti e Mediatori che regolamenta l’attività. E proprio l’OAM, con una circolare del 2 marzo 2020, ha fissato invece paletti all’attività del commercialista nel favorire l’accesso al credito per i propri clienti, specificando testualmente: Al di fuori dei confini tracciati dall’Organismo i professionisti svolgerebbero abusivamente l’attività violando l’art. 140-bis del Testo unico bancario: si tratta di una fattispecie penale denunciabile da qualunque soggetto.
In sintesi, il commercialista si concentra principalmente sulle questioni contabili e fiscali di un’azienda, mentre il CFO assume un ruolo più strategico nell’elaborazione delle politiche finanziarie e nella gestione degli aspetti finanziari nel complesso. Entrambe le figure svolgono un ruolo importante nella gestione finanziaria di un’organizzazione, ma con responsabilità e competenze diverse.