domenica, 10 Novembre, 2024
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Scuola, sull’equipollenza dei titoli esteri l’onorevole Lucia Vuolo ha presentato due petizioni

Sono due le petizioni presentate a fine settembre 2023 dall’europarlamentare PPE/FI Lucia Vuolo in merito alla situazione dei docenti italiani in attesa di riconoscimento del titolo conseguito all’estero per l’insegnamento e per il sostegno.

La prima petizione è la 0951-23 co-firmata dall’onorevole Lucia Vuolo, insieme con l’avvocato Maurizio Danza.

La petizione è redatta circa “il conferimento di contratti di lavoro rispetto all’ostracismo previsto dall’articolo 5 della Legge 74/2023. Evidenziando quindi la violazione del diritto all’accesso parziale e quindi al diritto all’insegnamento anche a tempo determinato”. A farne le spese, si stima, siano circa 15 mila docenti.

La seconda petizione è la 0953 – 23 co-firmata dall’onorevole Lucia Vuolo e dagli avvocati Angela Maria e Stefania Fasano e da Gaetano Giordano (SILAV).

Nelle ambizioni dell’onorevole, dello Studio Fasano e della Silav, questa petizione pone l’accento invece sulle “tempistiche (del riconoscimento del titolo estero, ndr) certamente inconciliabili con il diritto al lavoro e al suo accesso dei giovani docenti precari, travalicando anche i 36 mesi di attesa”.

A tal proposito, proprio sul ritardo del Ministero italiano, l’8 dicembre 2022, fu Thierry Breton, Commissario europeo per il Mercato Interno a ricordare che “la Commissione ha ricevuto una serie di denunce, che sta attualmente esaminando. Qualora venga accertata una violazione della direttiva 2005/36/CE o di altre norme dell’UE, la Commissione assicurerà un seguito adeguato”.

La delicatezza delle questioni poi, in virtù anche di diverse sentenze, sia amministrative che costituzionali, hanno portato l’onorevole Vuolo a richiedere la procedura d’urgenza.

«Ho riportato il problema dell’equipollenza dei titoli esteri in Europa. Mi ero mossa oltre un anno fa con un’interrogazione che portò la Commissione europea a riconoscere la lentezza del Ministero dell’Istruzione rispetto alle procedure di riconoscimento. Poi, nonostante una stretta di mano a Roma, le cose sono andate diversamente. Nel frattempo il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale sono stati chiamate a dirimere la faccenda dopo la sciagurata Ordinanza Ministeriale 112/2022. Ad oggi non esiste alcun organo di giustizia costituzionale ed amministrativa che dia torto a quanto sto, stiamo facendo. Ciononostante, il MIM ha deciso di andare secondo logiche legittime, ma che in molti non riusciamo a condividere» spiega la Vuolo.

In queste ultime ore poi, sarebbero in aumento i pareri di diniego verso chi ha acquisito il titolo in Romania. «L’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, non io europarlamentare, ma il massimo organo italiano di giustizia amministrativa ha accostato l’abilitazione al sostegno “in Romania come in Italia” (sentenza 22 del 29 dicembre 2022). Ciononostante – ricorda l’europarlamentare forzista – sullo stesso tema, diversi i pareri negativi decretati dal MIM. Ho avuto le prime conferme, e non voglio dubitare sull’etica adottata nel decidere rispetto ai singoli dossier, ma qualcuno dovrà spiegare il principio di un diverso trattamento dei dossier dei vari Docenti, nonostante l’identico percorso formativo e stessa università estera».

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