Con la pubblicazione di ieri, sulla Gazzetta Ufficiale Europea (GUUE), del regolamento di esecuzione della Commissione europea di riconoscimento del marchio comunitario, si è concluso l’iter per il riconoscimento dell’IGP (Indicazione Geografica Protetta) alla Ciliegia di Bracigliano.
Patrimonio genetico frutticolo campano, la Ciliegia di Bracigliano è la 28esima DOP/IGP della Campania, sedicesima del comparto ortofrutticolo.
L’IGP si pone l’obiettivo di potenziare commercialmente un prodotto e un comparto che ha già una sua rinomanza presso i consumatori, tutelando e valorizzando un territorio, quello della Valle dell’Irno e del Montorese, composto da 14 Comuni delle province di Salerno e Avellino.
Un territorio tradizionalmente vocato alla produzione di ciliegie, considerate da sempre di assoluta qualità anche organolettica.
Sono circa duecento, infatti, le aziende interessate alla produzione, e una decina i confezionatori per una superficie interessata di oltre 150 ettari.
L’areale produttivo della Ciliegia di Bracigliano IGP è identificata nel disciplinare con i territori dei comuni di Baronissi, Bracigliano, Calvanico, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Fisciano, Mercato San Severino, Pellezzano, Roccapiemonte, Siano, Contrada, Forino, Montoro e Moschiano.
«Un’altra freccia all’arco della nostra straordinaria regione che si conferma terra di eccellenze e soprattutto di grande biodiversità. Le produzioni agroalimentari che conquistano i marchi europei diventano bandiere del made in Italy nel mondo. Le Dop e le Igp sono un argine contro le truffe e un garanzia per il consumatore nei mercati nazionale ed esteri, spingendo l’export», ha commentato il direttore di Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda.
Infatti, con un aumento del 14% è record storico per l’export agroalimentare italiano fuori dall’Unione Europea, dove ha raggiunto il valore di 26 miliardi nel 2022, pari a oltre il 43% del totale delle esportazioni.
Questo è quanto emerge dalle stime della Coldiretti nel commentare i dati Istat sul commercio estero Extra Ue, relativi al mese di dicembre.
A spingere il Made in Italy sulle tavole fuori dai confini comunitari è la forte domanda degli Stati Uniti, in salita del 20%.
Si registrano risultati positivi anche nel Regno Unito, con un +18% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue.
Balzo a doppia cifra anche nella Turchia di Erdogan (+23.%), mentre è dato negativo in Cina, con un calo del 20%, e in Russia, con un -5% fra sanzioni, guerra e pandemia Covid.