La legge 157/1992, che tutela la fauna selvatica e disciplina l’attività venatoria, non risponde più alle urgenze connesse con la crisi della biodiversità.
Questo, in sintesi, il report di Legambiente, intitolato “La tutela della fauna selvatica e il bracconaggio in Italia“, che si sofferma, in particolare, sulla piaga del bracconaggio.
I numeri (registrati sulla base dei dati relativi agli interventi di Legambiente e delle Forze di Polizia), parlano del fatto che in Campania, dal 2009 al 2020, sono stati riscontrati 2937 illeciti contro la fauna selvatica, con 2202 sequestri e l’arresto di 18 persone.
«Di fronte a questo quadro ribadiamo l’urgenza di modificare, adeguandola alle urgenti crisi di oggi, la legge quadro per tutelare tutte le specie animali selvatiche, inserendo anche i delitti per gli illeciti contro gli animali selvatici nel codice penale, regolamentando la coesistenza con le tante attività umane che quotidianamente hanno relazione con la fauna selvatica; prevedendo inoltre adeguati strumenti e risorse affinché ciò si realizzi, compreso il rafforzamento del sistema sanitario veterinario per la prevenzione di zoonosi e patologie animali che possano avere pesanti ricadute sociali», commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania.
Dunque, l’associazione ambientalista, oltre a chiedere un aggiornamento della legge quadro, ribadisce inoltre l’importanza di:
- Ripensare la pianificazione del territorio agro-silvo-pastorale per la tutela della biodiversità e di tutte le specie animali selvatiche.
- Impedire che sia una sola categoria sociale a “guidare” le scelte di gestione della fauna selvatica omeoterma.
- Rafforzare e specializzare, in personale, strumenti e risorse, gli organi inquirenti.
- Realizzare un sistema pubblico digitale di accessibilità ai dati sulla gestione della fauna selvatica.